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Un cpt che brucia

Il 22 giugno scorso il centro di permanenza temporanea di Vincennes, vicino a Parigi, e’ stato incendiato ed e’ andato completamente distrutto. Era il piu’ grande CRA (l’equivalente dei nostri CPT) di tutta la Francia. Una ventina di detenuti sono rimasti intossicati dal fumo. Riguardo al numero di evasi invece le autorita’ hanno rilasciato dichiarazioni confuse e contraddittorie. Si e’ parlato di un unico evaso, di dieci, di cinquanta. E’ evidente che in un centro che prevede 280 posti e ne contiene di fatto quasi sempre molti di piu’, non conviene a nessuno rendere pubblico un conteggio reale dei presenti.

 

La rivolta e l’incendio sono scoppiate dopo che il giorno prima era morto un uomo tunisino, ma e’ un anno intero che i detenuti del centro lottano contro la loro quotidiana tortura.

Qua sotto pubblico del materiale tratto dal sito della Rash Paris-banlieue. Ci ho messo diverso tempo a tradurlo, e’ piuttosto lungo, ma mi sembra interessante.

Qui invece ci sono dei link utili per saperne di piu’:

 le monde sull’incendio di Vincennes (fr)
MeltingPot sull’incendio (it)
Comunicato del 9me collectif (it) 
Rue89 (video etc. – fr)
 
Wikipedia sui CRA (fr) 
Un ripassino sui cpt italiani (wikipedia it)  

 

La rivolta continua!

(versione originale)

Meta’ dicembre 2007, una lotta e’ iniziata dentro il centro di
permanenza amministrativa (CRA)*1 di Mesnil-Amelot, vicino a Roissy:
scritte sulle magliette, lettere di lamentele, rifiuto di entrare nelle
stanze, sciopero della fame. Il 27 dicembre, per stroncare la lotta,
Abou, considerato dalla polizia come uno degli agitatori del movimento,
e’ stato trasferito al CRA di Vincennes. Lo stesso giorno, i detenuti
di Vincennes hanno intrapreso a loro volta uno sciopero della fame e
hanno rifiutato di rientrare nelle loro stanze. Nella notte tra il 28 e
il 29 dicembre 150 CRS *5 hanno fatto irruzione nel centro per
costringere, manu militari, i detenuti a raggiungere le proprie stanze.
Una repressione senza precedenti! Alcuni detenuti sono stati gravemente
feriti. In tre notti di seguito, i CRS hanno domato la rivolta. Da sei
mesi, non una settimana e’ passata senza che i detenuti rifiutassero di
mangiare, di entrare nelle proprie stanze, senza che strappassero i
propri documenti e solidarizzassero contro le violenze della polizia.
Di fronte all’arbitrarieta’ e alla repressione, i detenuti hanno scelto
la rivolta. Le rivendicazioni sono chiare: lo scopo non e’ quello di
migliorare le condizioni di detenzione, ma di lottare contro le
espulsioni e per la chiusura dei centri di detenzione.
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Impronte digitali

 

il vernacoliere

bene, siccome son tempi tristi ho deciso di ravvivare un po’ l’ambiente con una cernita di locandine del vernacoliere, non e’ giusto che chi non vive in toscana non possa giovarsi di questa risorsa. almeno in formato bignami via. 

cicatrici

mi e’ difficilissimo scrivere di genova.
parlarne mi riesce meglio, soprattutto con persone che non mi conoscono tanto, o che non mi sanno leggere tanto addosso.
chi mi legge bene potrebbe vedere tutta la fragilita’ e la scomposta angoscia, sarebbe come un ripetere di nuovo tutto, mostrarmi ancora cosi’ inaccettabilmente vulnerabile.

eppure ci ho provato un sacco di volte a scrivere. ho provato a cantarlo da un palco per esorcizzare la riservatezza delle mie ferite. ma ne ho tirato fuori solo un penoso nervosismo. non mi ha fatto sentire meglio. affatto.

non c’e’ mai il tempo per dire tutto quello che vorresti. non c’e’ mai il tempo neanche per pensarlo. che se poi ti fermi a pensare troppo a lungo ti risale dalla schiena tutta l’ansia e la rabbia profonda. e non mi capita spesso di aver voglia di assecondare tutto questo dolore, di lasciargli prendere forma nelle ossa.

molte cose per fortuna le scrivono gli amici:
http://femminismo-a-sud.noblogs.org/…
cosi’ mi sento meno sola nella mia confusione.

alcune immagini mi sono rimaste attaccate. come il trovare la mattina dopo alla diaz, una amica che non vedevo da tanto, cercare di consolare il suo pianto disperato e non riuscirci, afferrare i suoi racconti di superstite tra i singhiozzi, incassare in pancia la sua febbrile angoscia e unirla alla mia.

gli abbracci, quelli me li ricordo tutti. uno per uno. era l’unica cosa che per un attimo ti dava respiro. era l’unico modo per dirsi qualcosa, dato che le parole non uscivano a nessuno.

mi ricordo bene le piccole cose. un pacchetto di crecker smezzato fra cinque o sei. un sacchetto di ghiaccio secco. il marciapiede di fronte alla diaz e l’asfalto attorno. le luci di un elicottero che illuminano la mia pupilla. il continuo rumore di vetri rotti. il rumore degli spari. l’odore della gomma bruciata. il ritmo del mio fiato corto. una coppetta di tiramisu’ mai mangiato. l’odore della stoffa impregnata di gas. il sapore del latte che scende nello stomaco come una medicina. degli stronzi che prendono a sprangate due ragazzini vestiti di nero. la vista del pavimento piastrellato di viale xx settembre annebbiata dai lacromogeni.

io ho un carattere strano. nelle situazioni brutte ho un’instinto di sopravvivenza che cerca istantaneamente una via d’uscita, una qualunque razionale e credibile positivita’ nella sfiga.
ecco questo e’ stato uno di quei pochi momenti in cui ero paralizzata dall’unica cosa veramente certa: non c’era via d’uscita, non c’era soluzione, non c’era niente, ma proprio niente che potesse farci sentire meglio.

Genova 17 novembre 2007  – corteo in solidarieta’ ai 25 processati.

http://www.supportolegale.org 

Cioni ti odia e anche Domenici non ti vuole davvero bene

Anche io mi sento in dovere di amplificare l'eco delle meravigliose decorazioni che stanno infestando Firenze.. Avrei potuto fare scatti migliori, ma devo trovarmi al posto giusto nel momento giusto e con la macchina fotografica. Pazientate…

Dopo il corteo di sabato, e il primo compleanno del NextEmerson mi si e' attenuata un pochino l'ansia e la pena per la mia irriverente citta'.

 

Tutti pazzi

tutti pazziL'altro giorno ho trovato questo articolo:

I giovani di età 13 – 24 anni oggi sono generalmente molto felici e
soprattutto ottimisti sul futuro, questo almeno secondo  gli
studi  di MTV – Associated Press  condotti da Knowledge
Networks nell'aprile 2007.
"Quasi due terzi dei giovani pensano che Internet, l'instant messaging,
i cellulari e le altre tecnologie rendano la gente più felice e il 61%
ha detto che tutto ciò li rende ancora più vicini alle proprie
famiglie", ha dichiarato l'analista senior di eMarketer Debra Aho
Williamson. Ed ha aggiunto: "Non si possono separare i giovani dalla
tecnologia: fa parte del loro essere".

allora. ma porca madonna.

felici
di cosa? felici di che? frotte di giovani felici che saltellano su
prati color pastello con alle orecchie il loro inseparabile ipod, il
tutto chiaramente in compagnia dell'amata famiglia, che si sa, da
adolescenti si vorrebbe sempre con se'…

questi sono pazzi! pazzi!

ora,
razionalizzando e fermando per un secondo il fiume di bestemmie che sta
inondando il mio cervello, e' evidente anche a un tacchino che si
tratta delle solite minchiate studiate da quei volponi di mtv.
marketing, marketing suvvia… e che cazzo lo sanno tutti che se non ti
senti felice in un mondo felice ti passa un pochino la voglia di fare
shopping. basta vedere quanto ti trucidano i coglioni con le community
di poracci con quel maniacale sorriso in faccia…

pero' ecco, fa effetto lo stesso. saranno le bestemmie che premono insistentemente sul cervello..

sara'
che io di anni ne ho 26, deve essere per quello che non sono felice per
un cazzo. non rientro nel target dell'intervista, e' evidente.

vivere
in citta' schifosamente opprimenti, morte morte e sepolte, piene di
polvere che ti si appiccica alle vene. sentirsi circondati da una massa
di idioti che si vomitano addosso degrado, ordine,  legalita'..
passare le giornate in fabbriche universitarie o in catena di montaggio
di fronte a un computer.. tutto sapendo benissimo, sapendolo
perfettamente, che non c'e' nessun futuro per noi, nessuno. che il
nostro futuro e' morto a chernobyl quando eravamo ancora piccoli, e'
morto giorno dopo giorno nei disperati anni 80 e negli inquietanti
90..  e' morto di noia, o per un tumore, di eroina, cocaina..
sarcazzo di quante cose e' morto.

e il nostro sopravvivere, il
nostro cercare arti metallici, protesi.. il nostro disfattismo
incrollabile e la nostro cinismo affinato in anni e anni.. questo e' il
nostro essere felici. questo e' il nostro ottimismo. questa e' la
nostra identita'.

Nelle strade, nelle piazze, nei palazzi

i bambini, madri a casa, operai

tanti soldi, una casa, un lavoro

tutti pazzi, tutti pazzi, tutti pazzi!

Non e` questa la mia vita,

tutto questo non fa per me

Una guerra, una morte, grande corsa verso la morte

tutti felici, tutti contenti, state morendo

tutti pazzi, tutti pazzi, tutti morti.

(oh, sono i negazione.. via se non sapete neanche le basi..) 

Anti Mtv Day

Il 15 agosto a Bologna, la citta' piu' libera del mondo, ci sara' l'annuale Anti-Mtv Day.

Questo il sito.  http://www.donnabavosa.com/antimtvday

Questo e' il contenuto della sezione pippone
. Non metto il link perche' tanto so che siete pigri e quindi vi
incollo sotto il testo. Come ogni anno mi ritrovo ad apprezzarne la
lucidita' e la chiarezza. Spunti mai banali, interessanti e soprattutto
incoraggianti (lo so, sembra un paradosso data l'amarezza dei toni, ma
invece e' proprio cosi').

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POST- MTV

I will be here when they'll be dead and fucking gone. And I don't know what's cool anymore

Questo festival è nato 6 anni fa come prosecuzione naturale
dell'energia che la scena DIY Hardcore aveva espresso negli anni 90,
un'energia che tentava di convogliare la spinta distruttiva del Punk
verso la costruzione a piccoli passi di una nuova sottorealtà. Una Rete
di punti luminosi che nascevano autonomamente e che trovavano la
conferma della propria esistenza negli altri punti luminosi, fino a
creare una tessuto che si autososteneva e si rafforzava con il
moltiplicarsi dei suoi nodi, in Italia e successivamente fuori
dall'Italia.

Sotto questo lento processo di tessitura di una Rete ci sono idee e
visioni del mondo comuni, riguardanti l'approccio al sistema dei
consumi e dei bisogni indotti, la critica delle strutture gerarchiche,
il tentativo di resistenza quotidiana al sistema di produzione
forsennata basata sul lavoro, e non ultima la lotta alla mercificazione
della cultura. In quest'ottica, la vita quotidiana è politica. La
comunicazione è politica. I mezzi di comunicazione sono mezzi e non
fini, le forme di espressione sono forme e non materie.

E' passato quasi un decennio, e sotto i nostri occhi questa realtà è andata modificandosi.
Da un lato, la comunità si è allargata grazie alle immense possibilità che Internet ci ha messo a disposizione.
Dall'altro lato, i contenuti espressi da questa rete sono andati via
via sfumando e perdendo definizione, fino a scomparire, in alcuni casi.
Da un lato, la quantità delle voci è aumentata a dismisura in maniera democratica.
Dall'altro lato, la qualità e l'intensità dell'urlo si è affievolito in un brusìo generale. La folla.

L'Anti[MtvDay] è sempre stato un tentativo, riuscito o meno, di
ridefinire scopi e metodi, di alzare i toni, di cercare un paradosso
consapevole per mettere a fuoco la questione dei contenuti che una
scena indipendente DEVE per sua natura esprimere. Senza contenuti di
rottura non c'è scena indipendente. E poi LA domanda: indipendente da
cosa?

Nel 2007 Bologna già da tempo non è più centro culturale, né
mainstream, né underground. Nel 2007 MTV abbandona la città di Bologna
come sede del suo festival. L'Anti[MtvDay] perde così il suo divertente
aspetto provocatorio culminato l'anno scorso con l'accoglienza di
numerosi sfollati dall'Arena Parco Nord per colpa della pioggia inviata
dagli dei del metal, e catapultati in una realtà opposta, per molti
versi contraddittoria ma ai loro occhi assolutamente nuova.
Nel 2007 quello che chiamavamo "il popolo di MTV" adesso è una generazione intera.
Per un'analisi del "popolo di MTV" è ancora valido IL PIPPONE degli
anni scorsi, ma solo in parte. MTV in questi anni è infatti diventata
un rete televisiva generalista, nella quale il ruolo della musica è
andato via via diminuendo fino quasi a scomparire, fatta eccezione per
i suoi canali satellitari che non possono però essere definiti
influenti sulla mentalità di una generazione. MTV si riposiziona nel
settore di Rai e Mediaset. I suoi vecchi conduttori sono assunti da Rai
e Mediaset. Le sue nuove conduttrici sono veline. MTV è una rete come
le altre, dunque non ce ne frega un cazzo.
Per quanto riguarda noi e il nostro discorso, MTV non esiste più, e non
ci interessa più (a parte per deridere/insultare gente discutibile le
cui facce compaiono su quel canale) ma gli effetti della sua esistenza
sono presenti nella realtà e ormai assimilati.

Quello che resta è il Post-MTV, forse a tratti ancora più terrificante
dell'era di MTV stessa. Parliamo della nuova generazione di Myspace.
Parliamo del neonato consumismo del Punk HC DIY. Parliamo del mischione
impastato fra realtà DIY e situazioni "Wannabe Major", parliamo di
processioni per inerzia a quel convivio di ipocrisie chiamato Miami.
Parliamo della moltiplicazioni di gruppi alla ricerca di trampolini di
lancio verso il Nonsisacosa, o forse si sa cosa, è la vecchia volpe e
la vecchissima uva, è l'utilizzo dell'Underground come primo passo
verso l'Overground, è l'hype usa-e-getta, il tentativo di sentirsi
tutti artisti in nuce nell'epoca del precariato globale.
In tutto questo la Rete reale è scomparsa, sostituita dalla rete di
amichetti (il cui unico pensiero è grazie per l'add) ridisegnata dai
geni di Murdock. I contenuti sono andati in secondo piano. Si ascoltano
i gruppi su Myspace (non lo strumento tecnologico, di per sé utile e
comodo, è in discussione ma l'utilizzo sociale che se ne fa), massimo 3
pezzi da 3 minuti, compressi, senza testi, senza niente, senza un
oggetto in mano di cui nutrirsi per un mese. Non si divora, non si
digerisce, ci si limita a masticare e sputare, in alcuni casi a cagare.
Il valore dei gruppi spesso è intangibile. L'importante fase della
Gavetta è sparita. Ci sono dieci miliardi di gruppi e non si capisce
chi cazzo durerà più di una stagione, né chi sia in grado di forare, di
spanare, o rifilettare. Siamo tornati nelle tane paghi delle tastiere,
e la musica è tornata ad essere musica, ha perso la sua natura di mezzo
per raggiungere qualcos'altro, ha smesso di veicolare un idea e una
speranza. O magari no.
Rimangono, nella foschia della rete, cittadelle fortificate che ancora
tengono in vita la voglia di lottare, a volte con molta buona volontà
ma con linguaggi sbagliati o obsoleti, a volte con buoni sistemi
comunicativi ma poche forze per agire sulla realtà. Il resto si
ricombina, si smonta e si ridisegna come Meccano a velocità
impercettibile all'occhio e all'analisi, tentando invano di ricostruire
il fossato coi coccodrilli che dovrebbe dividere Underground da
Overground

Ma non è una catastrofe. E' solo guardare la battaglia dalla collina, ed essere ancora nano.

Quest'anno il titolo del Festival rimane lo stesso, ma il colpo di coda
è un altro. E' il tentativo estremo di un pesce che si dibatte fuori
dall'acqua. E' lo sforzo per un reload della linfa vitale di una
sottocultura. E' l'introduzione di una speranza di un cambiamento che
riattualizzi i contenuti, da sempre veicolati da questo sottobosco,
nella realtà degli anni 2010.
E' l'auspicio, un giorno, di poter riaprire la bara e trovarci qualcosa di nuovo.
Di ricette non ce ne sono, c'è solo la volontà di metterci tutti di
fronte ad un periodo di grossi mutamenti e alla necessità di non
perdere tutto e di non perdersi.
Vogliamo che la breccia continui e non si fermi. Chi ha nuove idee,
nuove forme, la forza di spaccare tutto, faccia un passo avanti nella
nebbia.

Alla fine è solo un Festival Punk HC, giunto alla sua sesta edizione.
Essici per vedere se e cosa vuol dire ancora Punk HC nel 2007. Essici
per tastare il polso di una situazione, per vedere ciò che succede, ciò
che non succede, ciò che potrebbe succedere.
Tutto si crea, tutto si distrugge, niente si trasforma. Ma l'energia si
può trasmettere attraverso lo spazio e attraverso il tempo.
Vado a togliere Also spracht Zarathustra dallo stereo. Non so se mi fa bene.

7 anni

il 24 giugno 2000 viene occupato il cecco rivolta.cecco

non ho ancora scritto niente sul fatto che il cecco ha compiuto 7 anni.
molte cose che ho dentro agli occhi e al cuore sono mie soltanto e della mia gente. non le scrivero' mai in un cazzo di blog.
pero' un piccolo tributo mi sento di darlo.
un sacco di cose sono successe in 7 anni. un sacco. alcune bellissime
che viene il crepacuore, altre cosi' brutte da lasciarmi ferite addosso
che non guariranno mai.
il cielo sopra al cecco non e' mai banale. non e' mai di un colore
sbiadito e stinto. e' sempre troppo acceso o troppo spento, ti fanno
male gli occhi a guardarlo. in entrambi i casi.
una catena, un cappio, un rifugio, un nido, una famiglia.
alibi, movente e pretesto.
posto in cui tornare, in cui tornare decisamente. fauci a cui sfuggire.
il cecco capisce tutto, il cecco spessissimo non capisce un cazzo.
le travi del tetto stanco, il pavimento in cotto mangiato, tutto un groviglio di nervi, sangue, ossa, cuore e cervello.
buon compleanno amici miei.

saddappiccia’

i commenti al post "simili" (qua sotto, mi fa fatica linkarlo) mi
hanno fatto riflettere su alcune cose. e' un po' di tempo che il mio
cervello si arrovella cercando di mettere insieme impressioni fugaci e
sensazioni nebulose. metterle nero su bianco potrebbe forse dargli un
ordine, serve anche a questo un blog.. credo.

i pietosi lamenti nostalgici del "com'era meglio prima" o
"quanto fa piu' schifo ora" mi hanno sempre irritato un sacco. sembra
quando sei piccolo e tutti i grandi ti dicono "non ti lamentare,
perche' noi grandi si che abbiamo i veri problemi.." e te che ti girano
le palle perche' oltre al fatto che i problemi ce li hai pure te non
puoi neanche lamentarti in santa pace.

a questo ci aggiungo, per onesta' intellettuale, un irrisolto
complesso di inferiorita' per non essere nata in tempo per vivermi i
Veri Anni del Punk. che mi sarebbe taaanto piaciuto e quindi metto
sempre un po' il broncio quando qualcuno mi dice "eeeh ma ormai il punk
e' morto, adesso fa tutto schifo, i punk di oggi sono tutti di gomma…
noi eravamo un'altra cosa". non ho ancora deciso se ha ragione, e forse
non lo decidero' mai. in ogni caso metto il broncio (e se posso
permettermelo lo mando in culo).

fatte queste premesse, doverose credo per non essere fraintesa,
sinceramente devo ammettere che gli anni che stiamo vivendo sono un
tantino diversi dai decenni precedenti.

ieri, non chiedetemi perche', mi sono trovata a canticchiare un
vecchio pezzo dei 99posse (visto che vi tiro fuori eh?! senza vergogna
proprio!) "s'adda' appiccia". mi ha ricordato di botto dei cortei, dei
cordoni, degli autonomi coi caschi, degli striscioni, dei cori… e
cazzo, mi sono ricordata che una cosa cosi', o anche la meta', oggi non
sarebbe possibile. quello che negli anni 90 (mica nel 77… poco tempo
fa) era piuttosto normale adesso sarebbe impensabile. l'atmosfera
intendo, quella tensione furbetta, al posto di quella sensazione
estrema di vulnerabilita' che ti senti sempre addosso adesso. c'entra
sicuramente tutta l'acqua passata sotto i ponti, centra genova,
centrano i morti visti da vicino, centra il grigio grigissimo sopra la
tua testa, centrano un sacco di cose.

capiamoci, anche allora c'erano i titoloni "oddio oddio gli
autonomi" o "gli squatter" o "i casseurs" o altre minchiate a caso..
pero', ecco tornando al mio esempio, un gruppo come i 99posse (che
anche se ancora non aveva toccato le vette del successo, comunque non
era esattamente il gruppetto sfiga sconosciuto) poteva permettersi di
fare un pezzo che insistentemente grida di dare fuoco a ogni cosa.

voglio dire, se un gruppo un po' conosciuto scrivesse adesso
un pezzo cosi' succederebbe uno scandalo degno di un paesino di
quaccheri. in realta' penso che a nessuno che tenesse alla propria
immagine (in senso lato) verrebbe proprio in mente di fare un testo
cosi'.

ecco, io quando ero ragazzina li ascoltavo i 99posse. e
aldila' di quello che potevo pensare quando vedevo degli autonomi
caschettati (che si andrebbe sul delicato dovessi parlarne), aldila' di
quanto potessi apprezzare i 99posse in se', li ascoltavano come li
ascoltavano migliaia di ragazzini italiani. mica ci stupivano i loro
testi.

ho la sensazione che ai ragazzini che hanno 15 anni adesso
l'equivalente modernizzato di un gruppo cosi' apparirebbe completamente
alieno. ma non si tratta solo del fatto che era un gruppo
politicizzato, ma anche perche' parlavano spesso di sentimenti che non
credo vengano naturali a molti ragazzini in questi anni.
non so ancora decidere se perche' sono troppo rincoglioniti o troppo
scafati.

c'e' una mia amica che lavora in un liceo, mi diceva che i suoi
ragazzini o non capiscono un cazzo e non capiranno mai oppure capiscono
pure troppo. e' come se avessero superato ben prima di noi
quell'ingenua convinzione di poter cambiare qualcosa e si fossero
rassegnati come dei vecchi varicosi che non c'e' futuro. voglio dire, a
me non preoccupa che non ci siano collettivi nei licei, che non ci
siano cortei, che i ragazzini non si mettano la maglia del che guevara
e gridino cazzate. mi da' ansia pensare che forse non hanno rabbia in
corpo, ma vene troppo piatte, nervi inermi. che non abbiano questo
groppo nello stomaco che avevo io quando ero piu' piccola (e che ho
ancora).

e che cazzo no futur e' uno slogan mica nuovo, pero'
evidentemente loro l'hanno introiettato molto di piu' di quello che
potevamo mai immaginare. ce l'hanno davvero cucito addosso, molto piu'
di qualsiasi punk nichilista e avvilito.

c'e' una rabbia profonda nel gridare no future. qui non c'e' nessuna rabbia, c'e' solo il grigio grigissimo sopra la testa.

o forse non e' vero niente. forse tutta questa passivita' e'
solo la quiete prima della tempesta, forse faranno come i calmi, che
esplodono tutto insieme. faranno come in quel libro terrifico di
Evangelisti: eserciti di bambini sanguinari e disperati..

non so,
non solo una sociologa del cazzo, per fortuna. non so che c'hanno in
testa i quindicenni. so che comunque il cielo sulla testa di tutti
resta grigio grigissimo.

In prima fila

per il clamore delle folle atee e per i fans piu' affezionati sono disponibili posti in prima fila!

calvario