Hc local heroes

Era un po’ che cercavo un attimo di quiete per diffondere qualche notizia sull’insano mondo del hc fiorentino e dei suoi eroi.

Primo. E’ uscito il disco dei Carlos Dunga. Qualche tempo fa era uscito uno split con i Deep Throat e un 7′ molto vintage, ma adesso vengono accontentati anche quelli che come me hanno rotto la puntina del giradischi. Una coproduzione ovviamente DIY che non puo’ mancare nei vostri scaffali da collezionisti di punk moderno.
Questo il sito dei suddetti Carlos Dunga, qui invece potete ascoltarvi i pezzi direttamente.

 

Secondo. Gli Alfatec hanno fatto un pezzo dedicato a un certo posto occupato di nostra conoscenza. Sono piccole cose che ti fanno venire i brividi, piccole cose che conservi addosso e ti tieni da parte per i giorni di sconforto. Il pezzo si chiama The-boyz-are-back-in-town. Vecchi emersoniani ringraziano felici come bambini.

Diecimila istanti

Sabato scorso sono accorsa all’annuale Anti-mtv day. Meno amici da riabbracciare dell’ultima volta, ma il consueto, rassicurante, ritrovo di anime affini.
Come ogni anno i concerti che riesco a vedere sono pochi, e mentre ci lanciavamo nel piovoso ritorno a casa con una prode macchina marchiata Agipunk, mi mangiavo le mani per essermi persa uno dei gruppi che aspettavo di piu’, i Ronin.

Ad ogni modo ho portato a casa un’incetta di dischi dal banchino di Bar la muerte, due fra le ultime produzioni librarie di Porfido+El Paso (L’istinto di morte di Jacques Mesrine e Il segreto e’ dirlo), la contentezza di aver tenuto fede ai miei buoni propositi di ricominciare ad andarmene in giro per concerti
e la scoperta di Lili Refrain..

10 anni rft

Chi e’ piu’ fortunato di me, che sono incatenata in un vortice di iniziative fiorentine, corra invece domani al 10 anni buttati via Fest in Torchiera, a Milano. Un tour-de-force di 15 gruppi, tra cui i miei amati Affranti che aspetto da troppo tempo di rivedere riversi su un palco a farmi tremare gli attoniti nervi.
Buon concerto e un abbraccio lungo diecimila istanti

Anticaglie

Ecco che vi propongo questa rarita’ trovata per caso nelle maglie della rete.

I paolino paperino band live alla Jungla occupata ( Firenze, 1992). I locals piu’ attenti credo riconosceranno anche quel capellone di due metri che si agita in mezzo al pubblico..

Apparte che nel 1992 avevo ancora 2 o 3 anni da starmene buona, la Jungla era comunque troppo lontana da casa mia, senza neanche un motorino proprio ero fuori dai giochi. Bene, un piccolo risarcimento per me, troppo poco.. ma che si deve fa’?

Ah! Per la cronaca.. la Jungla fu sgomberata armi in pugno da un manipolo di vigili urbani infoiati. Non belle scene. Peccato rimanga cosi’ poco di quei nervi sparsi..

Intervista a Ian MacKeye


Ho trovato questa intervista a Ian MacKeye su un numero dell’anno scorso di "Barricata", la rivista della Rash di Parigi. Questa volta il mio francese ha dovuto fare il triplo salto mortale di una traduzione da una traduzione. Quindi voi dovrete essere tre volte piu’ gentili a perdonarmi eventuali incomprensioni e punti oscuri. Come sempre metto anche il link al testo originale, se qualcuno vuole aiutarmi a migliorare la traduzione io sono molto contenta!

Penso pubblichero’ altre cose da questa rivista, ho in ponte la traduzione di un interessante articolo sulle banlieues e altre cosette.

La prima parte e’ un po’ piu’ fiacca, penso a causa delle domande francamente un po’ imbarazzanti dei tipi. Dopo pero’ sono rimasta impressionata dalla lucidita’ di alcuni passaggi e da alcune piccole considerazioni non banali. Leggetevela, dice delle cose proprio belle.

Versione originale

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Tutti pazzi

tutti pazziL'altro giorno ho trovato questo articolo:

I giovani di età 13 – 24 anni oggi sono generalmente molto felici e
soprattutto ottimisti sul futuro, questo almeno secondo  gli
studi  di MTV – Associated Press  condotti da Knowledge
Networks nell'aprile 2007.
"Quasi due terzi dei giovani pensano che Internet, l'instant messaging,
i cellulari e le altre tecnologie rendano la gente più felice e il 61%
ha detto che tutto ciò li rende ancora più vicini alle proprie
famiglie", ha dichiarato l'analista senior di eMarketer Debra Aho
Williamson. Ed ha aggiunto: "Non si possono separare i giovani dalla
tecnologia: fa parte del loro essere".

allora. ma porca madonna.

felici
di cosa? felici di che? frotte di giovani felici che saltellano su
prati color pastello con alle orecchie il loro inseparabile ipod, il
tutto chiaramente in compagnia dell'amata famiglia, che si sa, da
adolescenti si vorrebbe sempre con se'…

questi sono pazzi! pazzi!

ora,
razionalizzando e fermando per un secondo il fiume di bestemmie che sta
inondando il mio cervello, e' evidente anche a un tacchino che si
tratta delle solite minchiate studiate da quei volponi di mtv.
marketing, marketing suvvia… e che cazzo lo sanno tutti che se non ti
senti felice in un mondo felice ti passa un pochino la voglia di fare
shopping. basta vedere quanto ti trucidano i coglioni con le community
di poracci con quel maniacale sorriso in faccia…

pero' ecco, fa effetto lo stesso. saranno le bestemmie che premono insistentemente sul cervello..

sara'
che io di anni ne ho 26, deve essere per quello che non sono felice per
un cazzo. non rientro nel target dell'intervista, e' evidente.

vivere
in citta' schifosamente opprimenti, morte morte e sepolte, piene di
polvere che ti si appiccica alle vene. sentirsi circondati da una massa
di idioti che si vomitano addosso degrado, ordine,  legalita'..
passare le giornate in fabbriche universitarie o in catena di montaggio
di fronte a un computer.. tutto sapendo benissimo, sapendolo
perfettamente, che non c'e' nessun futuro per noi, nessuno. che il
nostro futuro e' morto a chernobyl quando eravamo ancora piccoli, e'
morto giorno dopo giorno nei disperati anni 80 e negli inquietanti
90..  e' morto di noia, o per un tumore, di eroina, cocaina..
sarcazzo di quante cose e' morto.

e il nostro sopravvivere, il
nostro cercare arti metallici, protesi.. il nostro disfattismo
incrollabile e la nostro cinismo affinato in anni e anni.. questo e' il
nostro essere felici. questo e' il nostro ottimismo. questa e' la
nostra identita'.

Nelle strade, nelle piazze, nei palazzi

i bambini, madri a casa, operai

tanti soldi, una casa, un lavoro

tutti pazzi, tutti pazzi, tutti pazzi!

Non e` questa la mia vita,

tutto questo non fa per me

Una guerra, una morte, grande corsa verso la morte

tutti felici, tutti contenti, state morendo

tutti pazzi, tutti pazzi, tutti morti.

(oh, sono i negazione.. via se non sapete neanche le basi..) 

Anti Mtv Day

Il 15 agosto a Bologna, la citta' piu' libera del mondo, ci sara' l'annuale Anti-Mtv Day.

Questo il sito.  http://www.donnabavosa.com/antimtvday

Questo e' il contenuto della sezione pippone
. Non metto il link perche' tanto so che siete pigri e quindi vi
incollo sotto il testo. Come ogni anno mi ritrovo ad apprezzarne la
lucidita' e la chiarezza. Spunti mai banali, interessanti e soprattutto
incoraggianti (lo so, sembra un paradosso data l'amarezza dei toni, ma
invece e' proprio cosi').

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POST- MTV

I will be here when they'll be dead and fucking gone. And I don't know what's cool anymore

Questo festival è nato 6 anni fa come prosecuzione naturale
dell'energia che la scena DIY Hardcore aveva espresso negli anni 90,
un'energia che tentava di convogliare la spinta distruttiva del Punk
verso la costruzione a piccoli passi di una nuova sottorealtà. Una Rete
di punti luminosi che nascevano autonomamente e che trovavano la
conferma della propria esistenza negli altri punti luminosi, fino a
creare una tessuto che si autososteneva e si rafforzava con il
moltiplicarsi dei suoi nodi, in Italia e successivamente fuori
dall'Italia.

Sotto questo lento processo di tessitura di una Rete ci sono idee e
visioni del mondo comuni, riguardanti l'approccio al sistema dei
consumi e dei bisogni indotti, la critica delle strutture gerarchiche,
il tentativo di resistenza quotidiana al sistema di produzione
forsennata basata sul lavoro, e non ultima la lotta alla mercificazione
della cultura. In quest'ottica, la vita quotidiana è politica. La
comunicazione è politica. I mezzi di comunicazione sono mezzi e non
fini, le forme di espressione sono forme e non materie.

E' passato quasi un decennio, e sotto i nostri occhi questa realtà è andata modificandosi.
Da un lato, la comunità si è allargata grazie alle immense possibilità che Internet ci ha messo a disposizione.
Dall'altro lato, i contenuti espressi da questa rete sono andati via
via sfumando e perdendo definizione, fino a scomparire, in alcuni casi.
Da un lato, la quantità delle voci è aumentata a dismisura in maniera democratica.
Dall'altro lato, la qualità e l'intensità dell'urlo si è affievolito in un brusìo generale. La folla.

L'Anti[MtvDay] è sempre stato un tentativo, riuscito o meno, di
ridefinire scopi e metodi, di alzare i toni, di cercare un paradosso
consapevole per mettere a fuoco la questione dei contenuti che una
scena indipendente DEVE per sua natura esprimere. Senza contenuti di
rottura non c'è scena indipendente. E poi LA domanda: indipendente da
cosa?

Nel 2007 Bologna già da tempo non è più centro culturale, né
mainstream, né underground. Nel 2007 MTV abbandona la città di Bologna
come sede del suo festival. L'Anti[MtvDay] perde così il suo divertente
aspetto provocatorio culminato l'anno scorso con l'accoglienza di
numerosi sfollati dall'Arena Parco Nord per colpa della pioggia inviata
dagli dei del metal, e catapultati in una realtà opposta, per molti
versi contraddittoria ma ai loro occhi assolutamente nuova.
Nel 2007 quello che chiamavamo "il popolo di MTV" adesso è una generazione intera.
Per un'analisi del "popolo di MTV" è ancora valido IL PIPPONE degli
anni scorsi, ma solo in parte. MTV in questi anni è infatti diventata
un rete televisiva generalista, nella quale il ruolo della musica è
andato via via diminuendo fino quasi a scomparire, fatta eccezione per
i suoi canali satellitari che non possono però essere definiti
influenti sulla mentalità di una generazione. MTV si riposiziona nel
settore di Rai e Mediaset. I suoi vecchi conduttori sono assunti da Rai
e Mediaset. Le sue nuove conduttrici sono veline. MTV è una rete come
le altre, dunque non ce ne frega un cazzo.
Per quanto riguarda noi e il nostro discorso, MTV non esiste più, e non
ci interessa più (a parte per deridere/insultare gente discutibile le
cui facce compaiono su quel canale) ma gli effetti della sua esistenza
sono presenti nella realtà e ormai assimilati.

Quello che resta è il Post-MTV, forse a tratti ancora più terrificante
dell'era di MTV stessa. Parliamo della nuova generazione di Myspace.
Parliamo del neonato consumismo del Punk HC DIY. Parliamo del mischione
impastato fra realtà DIY e situazioni "Wannabe Major", parliamo di
processioni per inerzia a quel convivio di ipocrisie chiamato Miami.
Parliamo della moltiplicazioni di gruppi alla ricerca di trampolini di
lancio verso il Nonsisacosa, o forse si sa cosa, è la vecchia volpe e
la vecchissima uva, è l'utilizzo dell'Underground come primo passo
verso l'Overground, è l'hype usa-e-getta, il tentativo di sentirsi
tutti artisti in nuce nell'epoca del precariato globale.
In tutto questo la Rete reale è scomparsa, sostituita dalla rete di
amichetti (il cui unico pensiero è grazie per l'add) ridisegnata dai
geni di Murdock. I contenuti sono andati in secondo piano. Si ascoltano
i gruppi su Myspace (non lo strumento tecnologico, di per sé utile e
comodo, è in discussione ma l'utilizzo sociale che se ne fa), massimo 3
pezzi da 3 minuti, compressi, senza testi, senza niente, senza un
oggetto in mano di cui nutrirsi per un mese. Non si divora, non si
digerisce, ci si limita a masticare e sputare, in alcuni casi a cagare.
Il valore dei gruppi spesso è intangibile. L'importante fase della
Gavetta è sparita. Ci sono dieci miliardi di gruppi e non si capisce
chi cazzo durerà più di una stagione, né chi sia in grado di forare, di
spanare, o rifilettare. Siamo tornati nelle tane paghi delle tastiere,
e la musica è tornata ad essere musica, ha perso la sua natura di mezzo
per raggiungere qualcos'altro, ha smesso di veicolare un idea e una
speranza. O magari no.
Rimangono, nella foschia della rete, cittadelle fortificate che ancora
tengono in vita la voglia di lottare, a volte con molta buona volontà
ma con linguaggi sbagliati o obsoleti, a volte con buoni sistemi
comunicativi ma poche forze per agire sulla realtà. Il resto si
ricombina, si smonta e si ridisegna come Meccano a velocità
impercettibile all'occhio e all'analisi, tentando invano di ricostruire
il fossato coi coccodrilli che dovrebbe dividere Underground da
Overground

Ma non è una catastrofe. E' solo guardare la battaglia dalla collina, ed essere ancora nano.

Quest'anno il titolo del Festival rimane lo stesso, ma il colpo di coda
è un altro. E' il tentativo estremo di un pesce che si dibatte fuori
dall'acqua. E' lo sforzo per un reload della linfa vitale di una
sottocultura. E' l'introduzione di una speranza di un cambiamento che
riattualizzi i contenuti, da sempre veicolati da questo sottobosco,
nella realtà degli anni 2010.
E' l'auspicio, un giorno, di poter riaprire la bara e trovarci qualcosa di nuovo.
Di ricette non ce ne sono, c'è solo la volontà di metterci tutti di
fronte ad un periodo di grossi mutamenti e alla necessità di non
perdere tutto e di non perdersi.
Vogliamo che la breccia continui e non si fermi. Chi ha nuove idee,
nuove forme, la forza di spaccare tutto, faccia un passo avanti nella
nebbia.

Alla fine è solo un Festival Punk HC, giunto alla sua sesta edizione.
Essici per vedere se e cosa vuol dire ancora Punk HC nel 2007. Essici
per tastare il polso di una situazione, per vedere ciò che succede, ciò
che non succede, ciò che potrebbe succedere.
Tutto si crea, tutto si distrugge, niente si trasforma. Ma l'energia si
può trasmettere attraverso lo spazio e attraverso il tempo.
Vado a togliere Also spracht Zarathustra dallo stereo. Non so se mi fa bene.

Simili

similiquando ero piccola, l'ho gia' scritto in altre occasioni, mi ero avvicinata al punk e ai posti occupati d'un soffio. era stato come un respiro piu' grosso, quello in cui senti che l'aria entra meglio nei polmoni. avevo trovato d'un tratto il mio mare, il mio bosco dove nascondermi, la mia piazza in cui incontrare i miei simili.

i simili. ecco. questo e' il punto.

capita che l'altro giorno ero all'emerson, era il pomeriggio della serata inaugurale della nuova sala concerti. me ne stavo sul palco, a fare cavi, come spesso mi succede. poi provavo microfoni  e via e via.. nella routine dell'aiuto fonico mezza sega. c'era tutto un fermento di pavimenti indecenti da pulire, birre da scaricare, impianti da riparare, spazi da allestire. un po' come in una buffa vigilia di un natale blasfemo.

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