Mercì

Fa un certo effetto trovare a Parigi, affissa su un frigo, una foto della prima casa che hai occupato…

hackit a palermo

appena tornata in terra natia dopo l’hackit a Palermo.
ci mettero’ sicuramente un po’ a metabolizzare il tutto, al momento il mio corpo
e’ impegnato a combattere la febbre e il cedimento psico-fisico.
un hackmeeting impegnativo, sotto vari fronti, bellissimo, da ogni punto di vista.
ero partita da una firenze fredda e umida pensando al mare, alle granite e ai gelati, mi sono ritrovata in una palermo con un clima irlandese, immersa nell’acqua notte e giorno. l’ask e’ una chimera in un deserto periferico. un palazzo imperiale sequestrato a un capomafia, un posto incredibile e un’architettura inspiegabile.
abbiamo costruito impianti elettrici e idraulici, bagni e dighe anti-alluvione, credo di aver passato un buon 40% del tempo con un mocio in mano a strizzare acqua.
l’ingranaggio hackit ha funzionato di nuovo, quella magia per cui un tot di acari arrivano una settimana prima e lavorano come trottole finche’ non finiscono tutto quello che c’e’ da fare. l’essenza dell’autogestione e di tutto cio’ che mi fa sentire bene.
poi c’erano i palermitani. la sorpresa piu’ bella, occhi seri e sorrisi bellissimi, gli stessi nervi e battiti, energie e ansie. un’accurata delicatezza nell’accudire cibo e piante. e mentre ripercorro facce e parole mi riimmergo nella febbre cercando di riadattarmi alla vita normale.

7 anni

il 24 giugno 2000 viene occupato il cecco rivolta.cecco

non ho ancora scritto niente sul fatto che il cecco ha compiuto 7 anni.
molte cose che ho dentro agli occhi e al cuore sono mie soltanto e della mia gente. non le scrivero' mai in un cazzo di blog.
pero' un piccolo tributo mi sento di darlo.
un sacco di cose sono successe in 7 anni. un sacco. alcune bellissime
che viene il crepacuore, altre cosi' brutte da lasciarmi ferite addosso
che non guariranno mai.
il cielo sopra al cecco non e' mai banale. non e' mai di un colore
sbiadito e stinto. e' sempre troppo acceso o troppo spento, ti fanno
male gli occhi a guardarlo. in entrambi i casi.
una catena, un cappio, un rifugio, un nido, una famiglia.
alibi, movente e pretesto.
posto in cui tornare, in cui tornare decisamente. fauci a cui sfuggire.
il cecco capisce tutto, il cecco spessissimo non capisce un cazzo.
le travi del tetto stanco, il pavimento in cotto mangiato, tutto un groviglio di nervi, sangue, ossa, cuore e cervello.
buon compleanno amici miei.

Simili

similiquando ero piccola, l'ho gia' scritto in altre occasioni, mi ero avvicinata al punk e ai posti occupati d'un soffio. era stato come un respiro piu' grosso, quello in cui senti che l'aria entra meglio nei polmoni. avevo trovato d'un tratto il mio mare, il mio bosco dove nascondermi, la mia piazza in cui incontrare i miei simili.

i simili. ecco. questo e' il punto.

capita che l'altro giorno ero all'emerson, era il pomeriggio della serata inaugurale della nuova sala concerti. me ne stavo sul palco, a fare cavi, come spesso mi succede. poi provavo microfoni  e via e via.. nella routine dell'aiuto fonico mezza sega. c'era tutto un fermento di pavimenti indecenti da pulire, birre da scaricare, impianti da riparare, spazi da allestire. un po' come in una buffa vigilia di un natale blasfemo.

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passi avanti

bistrot…e allora parlero’ del next-emerson, di quello che ci succede dentro.

Dopo mesi rallentati da fastidiosi bastoni tra le ruote e disfattismo serpeggiante, mi fermo un attimo: do’ un’occhiata in giro e ci penso su. Abbiamo fatto un sacco di cose. C’e’ una biblioteca piena zeppa di libri che non si sa manco dove metterli, e libri belli poi.. un sacco dell’Urania e tanti altri. C’e’ un infoshop frequentatissimo con un sacco di libri, ma anche di fanzine, generi e argomenti che mai avrei pensato insieme. C’e’ un cinema, non del tutto finito, ma molto promettente, allestito in un anfratto di edilizia industriale con uno schermo basculante per tutte le esigenze. C’e’ quel gioiello sacro del bistrot dove ho visto gruppi hc urlare sangue e rabbia e gruppi meno hc stordire di note tirate un pubblico sempre affollato.

Ci sono venuti a trovare energetici scrittori agitati, argentini con occhi seri e mani grandi, gruppi con il cuore nervoso e i muscoli frenetici…  un sacco di amici, vecchi e nuovi, anche se mai abbastanza e per un tempo sempre troppo breve.

Sono pochi 5 mesi per fare un bilancio, pero’ sembrano 5 anni…

www.csaexemerson.it

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