Entries Tagged 'Nervi' ↓

Simili

similiquando ero piccola, l'ho gia' scritto in altre occasioni, mi ero avvicinata al punk e ai posti occupati d'un soffio. era stato come un respiro piu' grosso, quello in cui senti che l'aria entra meglio nei polmoni. avevo trovato d'un tratto il mio mare, il mio bosco dove nascondermi, la mia piazza in cui incontrare i miei simili.

i simili. ecco. questo e' il punto.

capita che l'altro giorno ero all'emerson, era il pomeriggio della serata inaugurale della nuova sala concerti. me ne stavo sul palco, a fare cavi, come spesso mi succede. poi provavo microfoni  e via e via.. nella routine dell'aiuto fonico mezza sega. c'era tutto un fermento di pavimenti indecenti da pulire, birre da scaricare, impianti da riparare, spazi da allestire. un po' come in una buffa vigilia di un natale blasfemo.

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L’alba in questa citta’

Mi capita spesso di osservare la mia citta' che si sveglia. La guardo dall'alto di questa finestra di questo fottuto palazzo dove passo le mie giornate. L'alba arriva sempre all'improvviso, non me ne accorgo mai in tempo. Ogni volta avevo il muso infilato nel computer o perso a leggere o a trangugiare caffe' sperando di svegliarmi. Mi volto e fuori la notte e' scomparsa, bestemmio in silenzio chi mi ha distratto.

Come ogni citta' osservata a quest'ora e' dolcissima: la pasticceria apre i battenti, i primi assonnati avventori si spingono a cercare conforto, il circolo anarchico dorme, osservo invidiosa il loro riposo, il mercato inizia a srotolare le sue bancarelle come fili di collana, qualche solitario autista giuda la macchina rassegnato all'inizio della giornata. Poi ci sono quelli che portano fuori il cane: mi e' sempre sembrato un gesto eroico e di una tenerezza infinita. 

Ho capito si, lo so, e' pur sempre la citta' mafiosa che conosco bene, la disneyland italiana di quei maledetti grassoni americani, la ludoteca di tutti gli stronzi palazzinari. E' che non sembra, cosi', vista dall'alto la mattina presto con questo sole ostinato.

E il sole su questa necropoli e' un po' come gli alberi nati nelle fabbriche abbandonate torinesi: e' inevitabile e bellissimo.

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offerte culturali e compravendita delle culture giovanili

 
imprenditoria giovanileE' tempo di disgusto.

questa frase che anni fa troneggiava sui muri di firenze, non e' mai citata a sproposito.

http://sesteam.info/cms/project
http://www.switchproject.net/switch.html


"un  progetto europeo innovativo e interessante, che coinvolge la
Toscana, e che potrà migliorare la qualità del divertimento nel mondo
giovanile, creando strumenti di catalizzazione per tutte le energie
culturali presenti sul territorio."



e' giunta la stagione dell'imprenditorialita' giovanile. ecco il
momento della muta, i piccoli ribelli e gli ex squatter cambiano pelle.
intanto nella terra della mafia del (no)profit continuano i processi a
chi una pelle da cambiare non ce l'ha.

http://italy.indymedia.org/news/2006/05/1074998_comment.php#1075004 (ultimo commento)


buffo. mentre qualcuno si appropria delle passate esperienze per
riciclarle in un curriculum, altri le conservano nella fedina penale.

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La traviata

quando ero piccola avevo questa passione per la lirica. ascoltavo in continuazione queste cassettine nere che mi registrava mio nonno con l’aida, la boheme, il rigoletto…
la mia preferita era in assoluto la traviata, anche se non ho mai nascosto un debole per il flauto magico. quando alfredo scagliava il mazzetto di banconote in faccia a violetta mi prendeva malissimo, ero sinceramente convinta che fosse stato questo a farla morire di tisi. fisicamente intendo: i soldi passano di mano in mano e si sa che portano malattie…
continuo a pensare che tutto questo pathos mi abbia in un certo modo provocato traumi irreversibili.

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