La traviata

quando ero piccola avevo questa passione per la lirica. ascoltavo in continuazione queste cassettine nere che mi registrava mio nonno con l’aida, la boheme, il rigoletto…
la mia preferita era in assoluto la traviata, anche se non ho mai nascosto un debole per il flauto magico. quando alfredo scagliava il mazzetto di banconote in faccia a violetta mi prendeva malissimo, ero sinceramente convinta che fosse stato questo a farla morire di tisi. fisicamente intendo: i soldi passano di mano in mano e si sa che portano malattie…
continuo a pensare che tutto questo pathos mi abbia in un certo modo provocato traumi irreversibili.

di punto in bianco poi un giorno mio fratello, disperato per i continui strilli di violetta che uscivano dalla mia stanza, mi schiaffo’ in mano la cassetta ultraregistrata e ultraconsumata dei clash. mio fratello non era un punk, lui preferiva di gran lunga cose tipo i led zeppelin o i grateful dead, ma per una questione generazionale non poteva rimanere indifferente di fronte ai clash. non mi ricordo bene, penso in realta’ di essere stata io a scegliere fra le sue cassette quella che mi avrebbe scacciato dalla testa la lirica nel tentativo di rendermi una ragazzina un po’ piu’ normale.
il tentativo di diventare normale falli’ miseramente e mi ritrovai probabilmente meno integrata di prima.
in ogni caso la cassetta dei clash mi apri’ un mondo. non staro’ qui a spiegare il perche’ e il per come dato che i racconti su queste cose si assomigliano sempre tutti.
i poggues e i cramps poi mi confermarono quella idea che per punk si poteva intendere un sacco di cose, i sex pistols mi insegnarono la malizia.

dopo alcuni anni ero invischiata in occupazioni di scuole e pomeriggi nei posti occupati. mi pareva tutto sempre piuttosto collegato, mi pareva un respirare.
puo’ darsi che fosse perche’ il cpa e la villa erano relativamente vicini a casa mia, che i primi concerti li ho visti li’, che le prime creste le ho viste li’. puo’ darsi che fosse perche’ il tenax e la flog erano troppo lontani e che mia mamma non mi mandava in discoteca. puo’ darsi che fosse per questo o per la serie di traumi mai sanati della traviata. fatto sta che non ho mai saputo ascoltare punk in un posto che non fosse sporco, scuro, freddo e pieno di scritte sui muri.
le volte che mi sono ritrovata in accoglienti localini ho sempre finito per innervosirmi, borbottare tutto il tempo e imprecare malamente.
ecco gia’ adesso che ne parlo mi sale il nervoso.

mi e’ difficile prescindere da questo senso di usurpazione. questa sensazione spiacevole che un punk non stia bene seduto su un divanetto di un locale. una questione estetica probabilmente.
scarpe pagate troppo, cappellini firmati, le spille giuste al posto giusto, accessori comprati su ebay. buffo, no non buffo: triste.
triste quanto il mazzetto di banconote scagliate in faccia da alfredo. ma in fondo queste cose ci sono state sempre e sempre ci saranno. sono sempre stata troppo romantica, ma non e’ colpa mia, e’ colpa di verdi e della sua maledetta traviata.

3 comments ↓

#1 espanz on 10.23.06 at 8:43 pm

ma la traviata non l’havete mai fatta all’emerson?
🙂

#2 pinke on 10.31.06 at 9:05 am

accipicchia! tocca assolutamente! ora sento se per il maggio fiorentino fanno una replica da noi…

#3 nutria on 11.26.06 at 12:16 pm

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