Banlieues, droni e altri mostri

Di quello che succede nelle banlieues qui in italia non se ne sa
davvero niente. tutto viene filtrato con un setaccio o con un altro.
Chi vive nelle banlieues diventa, a seconda dei casi, un pericolo
ambulante, un povero da compatire, un soggetto rivoluzionario.

Nell’autunno
del 2000 sono stata per un po’ ospite in una buffa casa a Montreuil,
nella banlieue est di Parigi. Mi sono rapidamente innamorata delle
macerie, delle panetterie affollate, del brulicante e loschissimo
mercato.  Sono tornata a Montreuil qualche anno dopo e non riuscivo a
ritrovare la strada di casa. Le macerie erano diventate palazzi bianchi
e hotel altissimi, neanche le strade si chiamavano piu’ allo stesso
modo.

Tutto il mondo e’ paese, mi e’ venuto da dire, pensando a Torino e a come sgrano gli occhi ogni volta che ci torno.

Quello
che non cambia pero’ e’ la sensazione che hai quando scendi dalla metro
una fermata prima, ti fai il pezzo a piedi e guardi come cambiano i
contorni e le persone mentre ti avvicini alla "frontiera".

Forse
e’ per questo mio sentimentale attaccamento a questi quartieri che da
qualche mese sto vagando per la rete in cerca di articoli e
informazioni un po’ credibili su quello che succede nelle banlieues,
dal 2005 ad oggi. Intanto pubblico la traduzione di un articolo di
liberation abbastanza recente, che da’ un’idea dello stato delle cose.
Un’idea, appunto.

Mi scuso per la traduzione casareccia e
imprecisa. Il mio francese avrebbe bisogno di molta piu’ pratica e i
miei occhi dovrebbero tornare a Montreuil un giorno o l’altro. Chi
vuole puo’ leggersi il testo originale qui.

Se mi suggerite articoli e fonti interessanti io sono contenta!


liberation – 26 ottobre 2007

Le banlieues sotto sorveglianza dei droni

di Noel Mamere, sindaco di Begles e deputato (Verdi) di Gironde.

Mentre il Parlamento si appresta ad approvare l’emendamento ADN su una
legge sull’immigrazione che annuncia la fine dei ricongiungimenti
familiari e lo smantellamento del diritto d’asilo, la notizia secondo
la quale il Ministero degli Interni utilizzera’ dei droni per
sorvegliare le banlieues rinforza il sentimento di guerra civile
crescente. Il progetto nominato Elsa (engin léger pour la surveillance
aérienne) e’ stato presentato la scorsa settimana al Salone Milipol
dedicato alla sicurezza interna. Si presenta come un volatile di un
metro di larghezza e di sessanta centimetri di lunghezza, munito di
telecamera.

Questo drone sara’ in dotazione della polizia nazionale per sorvegliare
a distanza i quartieri popolari e i cortei. Dei droni sono gia’ stati
utilizzati in Israele per delle missioni di controllo, ma anche per
azioni militari. La loro diffusione in Francia sara’ una tappa in piu’
nella stigmatizzazione di una parte della popolazione, in contemporanea
con la riedizione in formato tascabile del classico di Louis Chevalier:
"Classes laborieuses et classes dangereuses" ("classi lavoratrici e
classi pericolose", un classico del periodo coloniale ndt). Di fatto,
si tratta piu’ che altro di creare un clima di diffidenza verso gli
abitanti delle banlieues, piuttosto che non di cercare di ridurre una
violenza reale.

La metafora e’ evidente: le citta’ devono essere circondate da mura
virtuali sotto controllo aereo permanente. La sensazione di vivere in
territori sotto occupazione militare, in una sorta di colonizzazione,
e’ gia’ stata introiettata da molti giovani figli di immigrati dopo le
rivolte del novembre 2005 nel corso delle quali fu instaurato lo stato
di emergenza, applicato per la prima volta dopo la guerra in Algeria.
Questa sensazione rischia di uscire rinforzata dall’esibizione
ostentata di questa "tecnologia del futuro" che fa sembrare 1984 di
George Orwell un racconto della contessa di Segur!

I discorsi a ripetizione sul Karcher*, l’identita’ della Francia, la
colonizzazione positiva, le caratteristiche dell’uomo nero, le retate
dentro le scuole, gli emendamenti riguardo all’ADN e l’esclusione dei
sans-papiers dal ricovero d’urgenza hanno una sola logica che da mesi
non smetto di combattere: trovare dei capri espiatori, stigmatizzare,
mutare la questione sociale in questione razziale.

Questa logica da guerra coloniale conduce a dei drammi, come quello
della morte di Chunlan Zhang Liu, Cinese sans-papiers che si e’ gettata
dalla finestra il 21 settembre per sfuggire a un controllo di polizia.
Prima di cio’, quattro altri stranieri si erano gettati dalla finestra,
in due mesi, testimoniando la paura che si e’ instaurata in migliaia di
famiglie che non osano piu’ uscire, girare, andare a lavorare, studiare
a scuola… I diritti fondamentali sono stati messi in ridicolo.

I droni nelle banlieues non sono che un dispositivo in piu’ in questo
sistema di sorveglianza generalizzata che si sta instaurando giorno per
giorno. Nella sua opera "Sorvegliare e punire", a proposito del
carcere, Michel Foucault descriveva cio’ che chiamava "panoptismo", un
sistema nel quale il secondino, isolato nella propria torre, sorveglia
i propri detenuti senza essere visto. L’effetto maggiore del
panopticum: indurre nell’individuo uno stato cosciente e permanente di
visibilita’ che assicura il funzionamento automatico del potere; fare
in modo che la sorveglianza sia continua nei suoi effetti, anche se e’
discontinua nelle sue azioni; fare in modo che la perfezione del potere
tenda a rendere inutile l’attuazione del suo esercizio. Foucault
prosegue: "Un assoggettamento reale nasce meccanicamente da una
relazione fittizia, da cui ne consegue che non e’ necessario far
ricorso alle maniere forti per costringere il condannato alla buona
condotta, la folla alla calma, l’operaio al lavoro, lo scolaro allo
studio.." Il drone e’ l’applicazione modernizzata del panopticum alla
citta’ intera, e’ un sistema di sorveglianza disciplinare generalizzata
che ha come missione quella di inquadrare, controllare, mettere in riga
gli individui.

La societa’ di sorveglianza dei droni e il potere scientifico
instaurato attraverso il dna stanno trasformando la democrazia e
disegnando la societa’ del futuro. Accetteremo senza resistenze questo
"mondo meraviglioso" o una parte del corpo sociale vivra’ con la paura
addosso, confinata in un apartheid che non si fa neanche chiamare con
il proprio nome? La societa’ si lascera’ prendere in ostaggio da uno
Stato autoritario sovrastato da uno strapotere monarchico che regna su
uno spazio in cui ogni individuo e’ costantemente localizzato,
catalogato, esaminato, registrato a sua insaputa, dove i suoi minimi
movimenti sono sorvegliati da migliaia di telecamere di
videosorveglianza? Questo totalitarismo soft deve essere combattuto per
quello che e’, la negazione dei valori che, dalla Rivoluzione francese
alla Resistenza, passando per il 1848, la Comune o il Maggio del 68,
hanno costruito la sola identita’ nazionale che riconosco e che si
legge nei tre principi scritti sui frontoni del palazzo del comune di
Begles e dei 36 000 comuni della Francia: "«Liberté, Egalité,
Fraternité».

Faccio appello ai sindaci dei distretti dove gli abitanti stanno per
diventare l’oggetto di questa generalizzata caccia al sospettato
perche’ facciano rispettare questi principi dichiarando il proprio
comune "zona al di fuori della sorveglianza aerea".
I droni non passeranno mai nel cielo del mio comune.

note (mie):
[* Karcher – si riferisce a una famosa
dichiarazione di Sarkozy, durante i moti del 2005, in cui l’allora
presidente degli interni utilizzo’ come raffinata metafora
un’idropulitrice (Karcher e’ il nome della marca) con la quale si
sarebbe dovuto ripulire le banlieues dalla "racaille" (la feccia). ]