Ecco un altro raccontino, questo pubblicato un annetto fa nel libro “Il Babau – Paura del buio?!”. L’illustrazione è di Tuono Pettinato (ed è anche una delle mie preferite nel libretto del Babau)
Osservati dall’inganno
Il suo respiro era ancora regolare, ma il battito stava accelerando velocemente, lo sentiva.
I suoi passi erano deboli, timidi. Ogni suo muscolo era teso al silenzio, votato all’invisibilità.
Dal fondo della colonna vertebrale saliva la paura. le sue orecchie cercavano ogni rumore, e per farlo le immaginava più grandi, più mobili.
Sentiva anche i vermi strisciare, ogni foglia calpestata era l’indizio di un pericolo.
Il suo sangue nervoso scorreva come velluto nelle vene cercando di non essere visto.
Piano piano il respiro accelerò, a comando del battito.
I suoi passi affrettarono l’urgenza della paura. D’improvviso non poteva più nascondersi, era visibile al mondo, visibile alle foglie e all’aria.
Corse. Corse in uno stato quasi di incoscienza, la paura e la tensione lottavano contro i muscoli lanciati a cavallo del vento.
Si fermò atterrando il suo ultimo balzo quando la distanza gli fu chiara.
Il calcolo venne giusto. Le zampe caddero in una presa salda, gli artigli scattarono afferrando la schiena e il collo dell’animale. La sua bocca, la sua bocca divenuta enorme si avventò su quel torace, i denti davanti lacerarono la carne e la lingua cominciò a leccare avidamente il sangue. Il respiro era di nuovo regolare, il battito lento, la paura finita.