La polveriera di Nobel

Per un caso del destino una sera a cena mi parlano di un’enorme area abbandonata, poco lontano da Firenze (tra Signa e Carmignano). Mi fanno vedere delle foto davanti alle quali mi cade in terra la mascella e rimango come un’idiota per un venti minuti buoni. Questo posto e’ Laputa, e’ un post apocalisse anticipato, e’ il luogo dove inconsapevolmente ho ambientato il mio racconto rugginoso Licheni e dove evidentemente alloggiano i miei pensieri e il mio tatuaggio mancato.

http://foto.masternet.it/main.php?g2_itemId=10058

Capirete che mi sono subito lanciata in una frenetica ricerca sui come, i dove, i che cosa..
Ho trovato qualche risposta che mi ha aperto ulteriori voragini nel cervello, da cui credo nei prossimi mesi usciranno personaggi e racconti che aspettavano di essere risvegliati.

Il posto intanto ha un nome: Il pallottolificio dinamitificio Nobel. Una fabbrica di esplosivi costruita nel 1891 dalla ditta Sipe Nobel (quell’Alfred Nobel li’.. si).
Questa fabbrica ha delle dimensioni imponenti, parliamo di un’area che insieme al parco e la vicina stazione di Carmignano si aggira intorno ai 90 ettari.
La stazione di Carmignano e’ chiusa da una decina d’anni, in balia delle diatribe tra Trenitalia e Comune su un’improbabile “riqualificazione”. La polveriera invece ha fermato la produzione l’11 giugno del 1944 e da allora non ha mai piu’ riaperto. E c’e’ un motivo.

A quel tempo la polveriera era una delle piu’ importanti d’Italia, con tremila dipendenti, costituiva un nodo centrale per il rifornimento di esplosivo e munizioni all’esercito nazifascista. Dalla vicina stazione partivano i convogli che (data la posizione centrale) immagino andassero a rifornire un po’ tutte le truppe sparse per l’Italia.

All’1.10 della notte dell’11 giugno 1944 la polveriera salta in aria, per l’esplosione di 8 convogli pieni di tritolo fermi alla stazione.
Questo l’unico racconto decentemente dettagliato che sono riuscita a trovare finora:

“Non è un incidente, come la gente pensa sul momento. No, è il risultato del sabotaggio della Squadra d’Azione Patriottica, guidata da Bogardo Buricchi. Con lui, il fratello Alighiero, Bruno Spinelli , Ariodante Naldi, Lido Sardi, Mario Banci, Enzo Faraoni e Ruffo Del Guerra.
Bogardo Buricchi è nato a Carmignano. Ha 24 anni. E’ definito maestro e poeta, spirito libero, odia le ingiustizie. E’ il capo indiscusso. Suo fratello Alighiero ha appena 19 anni. Lino Sardi, abitante alla Serra, ha sempre vissuto con la famiglia Buricchi. Bruno Spinelli è il più anziano del gruppo. Ha 43 anni. E’ un ex operaio della Nobel. E’ alla sua prima azione. Mario Banci ha 22 anni. E’ nato a Genova da genitori di Carmignano. E’ entrato nella Resistenza nel dicembre del 1943, da quando è sfollato a Montalbiolo. Ariodante Naldi, 21 anni, è studente a Firenze. Ruffo Del Guerra ha 21 anni. Abita a Poggio alla Malva, dove ha conosciuto Bogardo Buricchi, il quale va a trovare il parroco frequentemente. E’ di famiglia antifascista. Suo padre è stato ridotto in fin di vita dagli squadristi.
Hanno deciso di fare un’azione importante prendendo di mira i vagoni della polverificio Nobel alla stazione ferroviaria. Sono stati informati che sono carichi di tritolo. E’ sabato. Pioviggina. Si trovano davanti al bar di Poggio alla Malva. Da lì si trasferiscono alla cipresseta della Cavaccia. Bogardo Buricchi stabilisce di non procedere insieme, ma che devono andare tre da una parte e tre dall’altra, mentre lui e Naldi vanno a diritto. Sanno che i vagoni sono otto, a circa quattrocento metri dalla stazione, su un binario isolato. Sanno anche che ci sono sentinelle, che devono essere eliminate. Ma non le vedono. Non c’è nessuno. I vagoni ci sono invece. Bogardo dà il via libera. I tedeschi sono altrove. Partecipano a una festa e sono tutt’altro che lucidi.
L’operazione è semplice, dice Bogardo. In pratica c’è da accendere una miccia. Ma hanno anche una bomba a tempo. Non si sa mai. Bogardo e Ariodante entrano in un vagone. Alighiero rimane a terra. A Bruno Spinelli è stata affidata una cassa di quaranta chili di tritolo. Lui e Mario Banci devono andare alla Cavaccia per metterla al sicuro. Può servire per altre azioni. Ruffo Del Guerra fa da palo nel cipresseto. E’ lui a scorgere la lampada di Bogardo. E’ lui a vedere Bogardo e Ariodante buttarsi giù dal vagone. E un secondo dopo il bagliore accecante, l’esplosione tremenda. Cosa non ha funzionato?
Enzo Faraoni e Lido Sardi hanno fatto in tempo a spostarsi. E’ scoppiato un vagone. In successione, scoppiano gli altri, si dice per simpatia. Bogardo, suo fratello Alighiero e Ariodante vengono scaraventati contro le rocce. Disintegrati, Bogardo e Ariodante. Di loro saranno trovati brandelli e la tessera ferroviaria di Ariodante. Alighiero ha pochi attimi di vita. Faraoni e Sardi finiscono lungo distesi, feriti in modo non grave. Del Guerra sviene colpito forse da un tronco. Ne ha visti volare parecchi – impietrito – neanche fossero fuscelli. Bruno Spinelli, alla Cavaccia, è investito dall’onda d’urto che fa esplodere la cassa che trasporta. Fa un volo di molti metri e va a battere la testa contro un masso. Muore poco dopo.
Mario Banci è ferito, ma ce la fa a muoversi.
Non si sa quanti siano le vittime tra i tedeschi. Vero è che tutti gli edifici sono stati investiti. A chi è andata bene, ha avuto il tetto scoperchiato. L’esplosione è stata sentita a Prato e a Firenze. Il che ci fa capire la potenza. Che si valuta anche dalle dimensioni del cratere provocato. Sono tali da aver messo fuori uso un bel tratto di rotaie, impedendo il passaggio dei treni per giorni e giorni.
E’ l’azione più importante dei partigiani fiorentini. Il prezzo pagato, però, è salato. Vi ha perso la vita gente in gamba. Bogardo Buricchi, nonostante la giovane età, ha sempre mostrato grande maturità, coraggio. A febbraio ha organizzato lo sciopero dei contadini di Carmignano contro l’ammasso supplementare del grano (15 chilogrammi per ogni componente delle famiglie). E il 2 marzo si è reso protagonista dell’incendio dell’ufficio comunale dove erano i documenti sui raccolti. Ha beffato anche la Banda Carità, arrivata a Carmignano per mettere ordine.
Una formazione di partigiani pratesi prende immediatamente il nome di Bogardo Buricchi: è quella che partecipa alla liberazione della città laniera.
A tutti e quattro, il 12 giugno 1966, i popoli di Carmignano e Prato dedicano un cippo a Poggio alla Malva. E’ intitolato “E ora impara te”. ”

http://viceversa.megablog.it/item/il-racconto-dell-esplosione-alla-stazione-di-carmignano-l11-giugno-1944

4 comments ↓

#1 thx1138 on 09.08.10 at 3:33 pm

ci sono stato tanti anni fa un paio di volte
un luogo oserei dire ballardiano

#2 Tweets that mention La polveriera di Nobel — Robo -- Topsy.com on 09.09.10 at 7:12 am

[…] This post was mentioned on Twitter by caparossa, noblogs. noblogs said: [pinke] La polveriera di Nobel http://nbl.gs/1b […]

#3 gire on 09.10.10 at 11:01 am

bella storia! le immagini chi le ha scattate? se vuoi andarci a fare una gita fammelo sapere che vengo a fare due foto… baci

#4 pinke on 09.10.10 at 11:12 am

le immagini che mi hanno fatto vedere alla cena sono di paolino (ma non sono queste chiaramente).
la foto qui in alto e le altre del link che ho pubblicato sono di un tipo che non conosco, che ha fatto molti bei lavori anche su altre aree dismesse.

gita assolutamente! chissa’ che non ci troviamo asserragliata anche una comunita’ di Roll!